Si definisce disgrafia il disturbo specifico dell’apprendimento della scrittura che interessa il controllo degli aspetti grafici, formali, della scrittura manuale, ed è collegata al momento motorio-esecutivo della prestazione.
La disgrafia, in generale i DSA, è un disturbo che può presentarsi in modo isolato, oppure, come accade spesso si presenta a “grappolo” cioè insieme ad altri disturbi specifici poiché le difficoltà presenti in un determinato disturbo sono causate da aspetti neurologi e maturazionali di sviluppo identici o simili che compromettono per questo le abilità scolastiche. Purtroppo, anche in soggetti dove il disturbo è isolato, si riscontrano difficoltà in altri ambiti dell’apprendimento che dovranno esser comunque presi in considerazione dalle figure professionali che se ne prendono cura.
Essa si manifesta in una minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura. Il bambino mostra, per esempio, difficoltà nello scrivere correttamente la parola su una riga, con grandezza delle lettere variabile. Altre particolari criticità sono riscontrabili nell’impugnatura della penna (impugnatura a forchetta o pollice interno) e nella pressione esercitata sul foglio (eccessive macchie di colore). La spiegazione di queste anomalie poggia sulla compromissione delle abilità di base funzionali al corretto apprendimento della scrittura come coordinazione oculo-motoria-manuale, organizzazione spazio-temporale, attenzione e memoria. Se nel bambino disortografico ci sono problemi sia a livello d’organizzazione delle informazioni memorizzate sia nella riproduzione delle stesse, producendo così una scrittura piena di errori, nel bambino disgrafico si aggrava il funzionamento della memoria di lavoro, che produce difficoltà nell’immagazzinare nuove parole, complicando la scrittura.